Inter, Materazzi nel mirino
Attaccato dai compagni e dall'allenatore, rischia il posto a Parma
Fatto a pezzi dai giornali, attaccato dai compagni, messo sotto accusa da Mancini e condannato da Massimo Moratti. Il Vaffa-day di Marco Materazzi, reduce dalla disastrosa partita contro il Siena, potrebbe avere una coda inattesa e, sotto certi aspetti, clamorosa. A Parma il difensore campione del Mondo potrebbe infatti finire in panchina, lasciando la guida della retroguardia nerazzurra a Burdisso e a Chivu, affiancati a loro volta da Maicon e Maxwell.
Una decisione, questa, che Mancini comunicherà solo in extremis - fondamentale, in questa settimana, tenere l'ambiente il più sereno possibile - e che dipende strettamente dal recupero del difensore romeno, assente contro i toscani a causa dei soliti problemi alla spalla. Insomma, la sensazione, a sei giorni dalla trasferta di Parma, è che Materazzi non sarà della partita.
Molti, ad oggi, i motivi che potrebbero spingere il tecnico di Jesi a rinunciare a Matrix. Innanzitutto le condizioni psicofisiche del giocatore, obiettivamente provato dalle accuse che gli sono piovute addosso dopo il rigore fallito contro la squadra di Beretta. Materazzi ha grande carattere, questo è certo, ma è anche un emotivo: prova ne siano alcuni interventi sopra le righe (vedi fallo su Locatelli) e l'eccessiva foga mostrata domenica in più circostanze. in altre parole, quando vede il traguardo vicino - o lontano, dipende dai punti di vista - il centrale della Nazionale ha la tendenza di strafare.
Tendenza, tra l'altro, che gli è stata rimproverata dai compagni a fine gara e che il resto della squadra non sopporta più. Domenica, nello spogliatoio nerazzurro, la tensione si tagliava con un coltello e i ben informati raccontano di parole grosse volate tra i giocatori. Nel mirino, inutile dirlo, c'era proprio Materazzi, che si è sì scusato con Cruz per lo "scippo" del rigore - poi fallito -, ma solo dopo essere quasi venuto alle mani con l'argentino e dopo che qualche compagno gli aveva chiarito di non digerire più certi atteggiamenti da primadonna, da "uomo che vuole essere sempre protagonista".
In questo senso, o con queste premesse, la sua esclusione contro il Parma sarebbe più che logica: come potrebbe giocare uno che già sente molto le gare importanti in un clima di totale sfiducia nei suoi confronti. La risposta ai posteri. O, in alternativa, a Roberto Mancini: sta a lui, come sempre, prendere la decisione più difficile.